Il Nasdaq ha presentato una proposta per la diversità di genere che prevede che le società quotate debbano avere in ogni consiglio di amministrazione almeno una donna e un rappresentante della LGBTQ. Le aziende che non aderiranno alle nuove linee guida non saranno cancellate dal listino ma dovranno spiegare perché non hanno aderito. Ecco perché tutto ciò potrebbe avere un impatto enorme sulle oltre 3000 società quotate.
In molti hanno sostenuto a Wall Street ma non solo in America che troppo poco si è fatto rispetto agli investimenti sulla giustizia razziale e parità di genere soprattutto dopo l’uccisione di George Floyd e Breonna Taylor. Il sistema deve essere orientato sempre di più alle Best Practice che forniscono un ecosistema di buona crescita secondo cui la diversità fa bene alle imprese.
Già dal 2003 le femministe norvegesi hanno fatto grande pressione a livello legislativo affinchè potesse svilupparsi un rapporto più equo tra uomini e donne all’interno delle imprese e nei relativi consigli di amministrazione. Da quel momento almeno altri nove paesi in Europa hanno ottenuto il 25% di donne ai vertici e nei consigli delle imprese e la Francia guida questo risultato raggiungendo il 40%.
Non è solo questione di etica ma la diversità fa anche bene agli affari.
Un rapporto della Boston Consulting Group ha dimostrato che se il team di gestione è diversificato, i fatturati aumentano del 19%, proprio perché sono maggiormente orientati all’innovazione. Quindi il progresso sulla parità fa bene non solo alla diversità di genere e alle minoranze ma anche alla crescita e alla sostenibilità delle aziende. Secondo la CNN quattro delle cinque maggiori società quotate sul Nasdaq, Apple, Microsoft, Google e Facebook sono gestite da un team in cui gli uomini bianchi eterosessuali sono una minoranza.
Quali implicazioni per i consulenti finanziari.
E’ molto probabile che il neo presidente Biden, tramite il nuovo capo della SEC farà approvare la proposta del NASDAQ. Si tratta di un forte messaggio verso i consulenti finanziari e family office per incentivarli a valutare con la propria clientela di inserire società e strumenti finanziari sensibili a questa importante battaglia per la parità sui diritti umani. Un salto verso il futuro per una governance più inclusiva e più equa che si spera possa intensificare la pressione al cambiamento anche nel resto del mondo.