Polizze vita vendute a risparmiatori ultra settantenni con la scusa dell’esenzione dalle tasse di successione, fondi della casa piazzati senza un minimo di analisi costi benefici, gestioni patrimoniali dense di conflitti di interesse, diamanti venduti allo sportello al doppio del loro valore, azioni della banca collocate a prezzi fantasma, obbligazioni subordinate rappresentate come sicure, complessi certificati emessi e venduti ma di difficile comprensione e la lista potrebbe proseguire a lungo. Tutto ciò è frutto delle indebite pressioni che quotidianamente ricevono i dipendenti delle banche costretti a piazzare alla clientela prodotti ad alto margine che in alcuni casi superano al collocamento il 10% di commissioni e a regime anche del 3-4% all’anno di costi più o meno nascosti.
Troppo spesso gli italiani si sono affidati con fiducia a chi in qualche modo li doveva consigliare per il meglio tutelando i loro interessi, basandosi sull’esperienza e sulla capacità di ascolto dell’esigenze del cliente e sulla conseguente traduzione nelle migliori opportunità di investimento e invece sono stati trattati come carne da macello e i loro risparmi spremuti negli anni senza che se ne potessero accorgere grazie anche a rendicontazioni fumose, scritte in bancarese e molto spesso di difficile individuazione all’interno dei siti anche per i clienti digitalmente più esperti. Clienti oramai bolliti come la rana di Chomsky accettano passivamente le vessazioni, la scomparsa dell’etica, dei valori e ne accettano di fatto la deriva come fosse la normalità.
Certamente non giova la progressiva chiusura delle filiali, venendo a mancare un punto di riferimento su cui fare affidamento su cui chiedere informazioni e approfondimenti, purtroppo oramai con personale totalmente privato di potere decisionale e di conseguenza con competenze sempre più approssimative, destinati a vendere il mono prodotto buono per tutte le età, per tutte le tasche, per tutti i profili di rischio, per tutte le esigenze, per tutte le stagioni con un’unica costante, fare fatturato per la banca e farne tanto e subito. Perché non importa puntare su una relazione di lungo periodo con i clienti, conta solo la trimestrale dei bilanci che consente di maturare ricchi bonus ai dirigenti della banca. Poco conta se poi il cliente non guadagna mai nulla o se peggio ancora perde soldi, tanto il grosso dei risparmi è in mano a persone anziane oramai restie al cambiamento, con la difficoltà a comprendere meccanismi che in realtà sono semplici ma rappresentati in modo estremamente complicato. Con l’aggravante che siamo italiani e pur essendo uno dei paesi più industrializzati e più ricchi, abbiamo un livello di alfabetizzazione finanziaria che è agli ultimi posti del mondo dopo la Romania, il Montenegro, il Perù e la Bulgaria.
La banca dovrebbe essere il posto più sicuro dove conservare i nostri risparmi e anzi sicuramente lo è, il problema e che non ne siamo più così sicuri e a volte cerchiamo delle alternative credendo siano migliori mettendo ulteriormente a rischio il proprio patrimonio. Ecco sono convinto che se molti clienti pensino di trovare la soluzione nel fai da te con il trading on line, i soldi sotto al materasso, le azioni amazon promosse da sedicenti call center, i lingottini d’oro in cassaforte o finiscano in mano truffatori che promettono di far arricchire in breve tempo, un po’ di responsabilità sia in capo alle stesse banche incapaci di creare e alimentare una relazione su basi fiduciarie e di lungo periodo, ma anzi facendo ruotare il proprio personale al fine di spersonalizzare ulteriormente i rapporti, perché così si piazzano meglio prodotti di dubbia validità.
Tuttavia se della banca non se ne può fare a meno, se rimane il posto più sicuro, se è l’unico modo legale, comodo dove detenere i propri risparmi, come si fa non commettere errori in una giungla di 100.000 prodotti finanziari quotati solo in Italia? Come si fa ad evitare le pressioni commerciali dei dipendenti e dei consulenti delle banche? A conoscere gli aspetti fiscali per tutelare e rivalutare al meglio il proprio patrimonio? Ad essere costantemente aggiornati su una normativa in costante evoluzione? Non si può fare a meno di essere affiancati da un proprio fiduciario, un professionista non coinvolto in vantaggi nascosti e privo di qualsiasi conflitto di interessi, un esperto abilitato e autorizzato per legge che aiuti ad evitare il continuo richiamo delle sirene delle proposte commerciali e a scegliere solo il buono che in ogni banca è certamente disponibile.
Il professionista si chiama consulente finanziario indipendente, una figura alla massa ancora sconosciuta. Purtroppo le istituzioni ancora troppo poco fanno per aumentare la diffusione e la consapevolezza dei risparmiatori, perché si sa, per il sistema più ignoranza c’è e meglio è.
Articolo de Il Sole 24 Ore del 29/10/2022