COVID-19 è un “CIGNO NERO”?
Il matematico di oggi è Nassim Nicholas Taleb (classe 1960), nonché filosofo e saggista libanese naturalizzato statunitense, esperto di matematica finanziaria.
I suoi lavori sono dedicati principalmente alla probabilità e alla casualità, saggi non tecnici che si focalizzano sull’imprevedibilità della sorte, che lui chiama “cigno nero”, che consiste in un evento imprevisto (e imprevedibile) di grande portata, e sul capire come porsi nei confronti della casualità che governa il mondo.
Il suo primo libro è stato “Dynamic Hedging: Managing Vanilla and Exotic Options”, un compendio sugli strumenti finanziari derivati, i modelli più adatti per calcolarne il valore e valutarne le caratteristiche, con spiegazioni circa i fondamenti statistici e quantitativi che ne governano il funzionamento. Seguirono “Giocati dal caso”, pubblicato nel 2001, e “Il cigno nero”, che è stato inserito dal Sunday Times tra i libri che hanno cambiato il mondo.
Il cigno nero (titolo originale “The Black Swan”) è un saggio filosofico/letterario che tratta del forte impatto di alcuni avvenimenti rari e imprevedibili e della tendenza umana a trovare retrospettivamente spiegazioni semplicistiche di questi eventi. Questa teoria è da allora conosciuta come la “teoria del cigno nero”.
Il termine “cigno nero” è tratto dalla frase del poeta latino Giovenale “rara avis in terris nigroque simillima cygno”. Questa espressione era utilizzata nelle discussioni filosofiche del XVI secolo a indicare un fatto impossibile o perlomeno improbabile. Si basa sulla presunzione che “tutti i cigni sono bianchi”, asserzione che ha avuto però un senso solo fino alla scoperta del cigno nero australiano “Cygnus atratus” da parte degli esploratori europei.
A parte questa scoperta, la teoria del “cigno nero” dimostra come né il ragionamento deduttivo né quello induttivo siano infallibili e che un argomento dipenda dalla verità delle sue premesse.
Una falsa premessa può portare a un risultato sbagliato e dei dati limitati producono una conclusione non corretta.
E come non associare questa “pandemia di COVID-19” all’immagine del “cigno nero”?
La teoria del cigno nero è infatti una metafora che descrive un evento non previsto, che ha effetti rilevanti e devastanti.
La teoria è stata infatti sviluppata da Taleb per spiegare:
– l’importanza sproporzionata di determinati eventi di grande impatto, difficili da prevedere e molto rari, che esulano da ciò che normalmente ci si attende in campo storico, scientifico, finanziario e tecnologico.
– l’impossibilità di calcolare con metodi scientifici la probabilità di tali eventi rari e carichi di conseguenze (a causa della natura stessa delle probabilità molto piccole).
– le distorsioni psicologiche che impediscono alle persone (sia come individui sia come collettività), di cogliere l’incertezza e il ruolo enorme degli eventi rari nell’andamento della storia.
– la “teoria del cigno nero” si riferisce unicamente a eventi inaspettati di grande portata e grandi conseguenze, e al loro ruolo dominante nella storia.
– tali eventi, considerati estremamente divergenti rispetto alla norma, giocano collettivamente un ruolo molto più importante della massa degli eventi ordinari.
Anche da questi ragionamenti si evince quale è il motivo principale della diversificazione degli investimenti, delle proprie entrate e dei correttivi da apporre alle proprie strategie.
(Tks A.Santi)