Per mesi è stato questo il dilemma degli investitori. Ci si è chiesto se non fosse il caso di aumentare l’esposizione in oro sui portafogli, per “proteggersi dal rischio inflazione”. Sappiamo che l’oro assolve a questa funzione nel tempo, di riserva di valore, soprattutto in periodi caratterizzati da aumenti dei prezzi. Parcheggiare liquidità in oro consentirebbe, infatti, di evitare l’erosione del valore della moneta causata dall’inflazione, nella speranza che il prezzo dell’oro, in quanto asset reale, segua l’aumento dei prezzi e si apprezzi esso stesso.
L’acquisto di oro diventa poi più appetibile quanto più i rendimenti reali tendono ad essere negativi. E questo è il caso attuale in cui la differenza tra il rendimento del treasury e l’inflazione attesa o attuale, da’, in entrambi i casi, un numero negativo che spinge a preferire l’oro alla detenzione del cash. Detto in altro modo, in presenza di rendimenti reali negativi, il costo opportunità di detenere un asset class che non produce interessi, come l’oro, è un costo negativo dato che in questo caso consente di non “pagare” interessi reali negativi.
La funzione dell’oro come “divisa rifugio” in tempi di inflazione ha perso di efficacia con l’introduzione del bitcoin. Aspetto interessante di questa asset class è il suo appeal speculativo a sua volta alimentato dai rendimenti elevatissimi che ha offerto in questi ultimi anni. Chi ha avuto i nervi saldi da tenere le posizioni anche in presenza di ribassi del 50% alla fine e’ stato ripagato.
Come ogni asset class, il prezzo del bitcoin e’ legato a logiche di domanda e di offerta. Il prezzo aumenta se aumenta la domanda e scende se aumenta l’offerta o se si riduce la domanda potenziale. E così, ad esempio, il ban adottato sul mercato Cinese ha provocato non pochi sell off mentre la recente accettazione del Bitcoin in Russia ha messo le ali a questa critpo.
Ma ci sono poi le logiche dei mercati finanziari, legate alla domanda e all’offerta da parte degli operatori finanziari. E queste dinamiche non possono non essere considerate. E’ recente la notizia dell’approvazione da parte della SEC dell’ETF sul Bitcoin. Tale ETF avrà come sottostante i futures sui Bitcoin e non il bitcoin.
Quello che sta accadendo sul mercato è che, in vista dell’introduzione sul mercato dell’ETF, molti operatori stiano comprando il futures sul Bitcoin. Stando alle prime stime, i flussi che tale strumento potrebbe attrarre ammonterebbero a 30-50 miliardi di USD. Una cifra non banale per un ETF appena nato.
E tali flussi, se dovessero effettivamente convogliare sul mercato, porterebbero a due effetti:
- L’aumento del prezzo del future sul bitcoin
- L’aumento dello spread tra il prezzo del bitcoin ed il prezzo del future sul bitcoin. Aumenterebbe la c.d. “base”.
Mentre il primo effetto lo analizzeremo tra qualche settimana, possiamo già analizzare il secondo effetto. Ciò che sta accadendo sul mercato del bitcoin è l’ampiamento del c.d. contango, vale a dire del premio con cui i futures trattano sul cash. La base, cioè, la differenza tra il prezzo del bitcoin ed il prezzo del relativo futures si sta ampliando sempre di più offrendo delle ottime opportunità di arbitraggio.
Infatti, chi ha la possibilità di operare in entrambi i mercati potrebbe approfittare di tale asimmetria di prezzo e comprare il bitcoin vendendo simultaneamente il future. A scadenza, per definizione, i due prezzi tenderanno ad allinearsi, consentendo all’arbitraggista di incassare a rischio zero, la differenza dei due prezzi. Queste forme di arbitraggio sono ancora attuabili a causa della scarsa presenza di investitori professionali sul mercato del bitcoin e offrono importanti occasioni di trading per i trader retail piu’ esperti.
In conclusione, senza complicarsi troppo la vita, vale sempre la pena proteggere il portafoglio con oro fisico o con ETF a replica fisica e nel caso del bitcoin sarebbe da preferire l’investimento in società che sviluppano le blockchain e che hanno a bilancio i bitcoin in modo da una parte aumentare la diversificazione e dall’altra evitare l’effetto contango.
Neanche a ripeterlo che all’interno di un portafoglio ben costruito le quantità devono essere a netto favore dell’oro e a scapito del bitcoin!