Ma che fine hanno fatto gli investitori retail? Non se ne parla più. Sono stati delle meteore del mercato azionario o stanno solo cambiando casacca e strategia?
Questa mattina voglio soffermarmi su questa categoria di investitori per capire come si stiano muovendo sul mercato e dove stiano convogliando i flussi in acquisto. Questo per capire alcune dinamiche interessanti del mercato azionario americano.
Il 2021 è iniziato male per i nostri amici del “fai da te”. A marzo i loro portafogli perdevano circa un 13% per una perdita totale di 170 miliardi di USD. Vanda Research Ltd, società di ricerca ed analisi, monitora costantemente i flussi degli investitori retail sul mercato USA, potendone determinare l’intensità ed identificare un portafoglio di azioni su cui i retail investors sono maggiormente esposti.

grafico drawdown retail investors
Nelle ultime settimane, il “Sig. Clarcke” ha visto risalire il portafoglio, le cui perdite ammontano a poco piu’ del 3%. Il recupero delle posizioni totali degli investitori retail è stato pari a 123 miliardi di USD.
Tuttavia, la partecipazione dell’investitore retail sul mercato azionario è ancora piuttosto bassa. Eppure, i soldi ci sono e il sentiment è particolarmente positivo.
E allora? cosa sta cambiando?
Nel corso del 2021 i volumi del mercato azionario USA sono calati in modo significativo. Tuttavia, nelle ultime settimane si è assistito ad un recupero. Parte di questo recupero è legato alla partecipazione dei retail investors.
I dati sull’andamento delle entrate per le famiglie supportano questo dato. Gli ultimi dati confermano un aumento dei “personal income” molto marcato, così marcato che per rivedere un aumento del genere nelle statistiche USA bisogna retrocedere al 1946, post seconda guerra mondiale.
Ma dove sta mettendo il proprio denaro il Sig. Clarcke?
Sostanzialmente in due posti: blue chips e Criptos. Ma soprattutto criptos.
“basta con le Meme stocks”, e’ ora di cambiare. Sta pensando il nostro Mr. Clarcke. Ed il cambiamento è visibile ad occhio nudo, senza la necessità di ricorrere a grafici sofisticati. Nel corso delle ultime settimane molti dei meme-stocks non hanno affatto performato. Al contrario, si è assistito ad un rally strepitoso delle criptos, soprattutto di quelle minori su cui sono confluiti copiosi i flussi.
Ma per supportare con dati scientifici quanto affermo, allego anche il grafico elaborato da Vanda Research sull’andamento dei flussi degli investitori retail. Da inizio aprile si è assistito a vendite copiose sui meme-stocks (TLRY, SKLZ, PLUG, SPCE) mentre acquisti copiosi si sono riversati sul basket delle criptos. Si è trattato di un vero e proprio travaso che ha spinto al ribasso il basket dei titoli favoriti dagli investitori retail a vantaggio dell’andamento delle criptos. Lo sa bene chi ha comprato Ether nelle ultime sedute e che ha potuto beneficiare di rialzi a doppia cifra.
Questo giochino dei travasi, della corsa dei flussi verso il titolo o lo strumento con maggiore momentum rialzista, viene chiamato dagli americani “the game of hot potato”, proprio a suggerire la velocità con cui si passa da un titolo non performante ad un altro.
E le call?? ma gli investitori retail non erano mica quelli che compravano le call options?
Sembra che questa moda sia finita al momento. I volumi sul mercato delle opzioni sono tornati alle medie storiche. Questo indica che la presenza dei retail investors su questo segmento di mercato è ormai limitata e poco influente. Quindi le probabilità di assistere a short squeeze su titoli con molte posizioni short si stanno riducendo.
Quindi, in sintesi, come leggere questi dati?
In primo luogo, siamo costretti a seguire l’andamento delle criptos. Solo storni su questo mercato potrebbero spingere al rialzo i titoli preferiti dai retail seguendo la logica del travaso inverso.
In secondo luogo, teniamo d’occhio ai titoli delle blue chip con momentum, forse sono questi i titoli su cui i retail investors torneranno a “puntare” la prossima fiche.
In defintiva i retail investors non si muovono con un progetto chiaro alle spalle, ma muovono intere categorie di titoli e inseguono i momentum che a loro volta creano perfomance prima positive e poi negative con un risultato spesso a somma zero.
Con buona pace degli intermediari che macinano commissioni!