Il progetto è stato tenuto nel cassetto per un anno, ma nell’ultimo periodo c’è stata un’accelerazione sull’avvio del fondo immobiliare che concentra le proprie attività sugli immobili adibiti ad uso ufficio. A far maturare le condizioni e a creare questa opportunità di investimento è stata la pandemia che sta facendo cambiare modalità di utilizzo degli spazi commerciali, dicono i responsabili del Leone di Trieste. L’obiettivo del fondo è di arrivare ad una dimensione di circa 2 miliardi di euro, ma parte sin da subito con una dotazione di 200 milioni grazie all’apporto anche di immobili propri. La redditività si dovrebbe attestare intorno al 7/8%, dicono. Devo dire la verità, questa operazione non mi convince e spiego perché:
- Attualmente moltissimi lavoratori sono in smart working e la volontà del governo è di raggiungere almeno il 75% di lavoro a distanza non solo nel settore pubblico ma anche nel privato per contenere la pandemia.
- Lo smart working a mio avviso è un processo almeno in parte irreversibile, che lascerà vuoti ulteriori spazi commerciali.
- Le aziende hanno capito che è meglio far lavorare le persone da casa anche se potenzialmente in una fase iniziale potrebbero essere meno produttive. Questo perché garantire una postazione lavorativa in un ufficio nelle grandi città ha un costo medio mensile di logistica intorno ai 1000 euro a persona. Un risparmio certo per le imprese che compensa ampiamente l’eventuale minore produttività del lavoratore.
- Con lo smart working Il lavoratore potrebbe accettare un emolumento inferiore in quanto non deve sostenere i costi di trasferimento casa ufficio, oltre a guadagnare tempo libero.
- Basta guardare gli uffici delle grandi città per vedere cartelli affittasi in ogni dove
- Molte analisi di mercato indicano come la prossima crisi finanziaria possa venire proprio dal settore immobiliare commerciale. Le norme antiinquinamento sempre più stringenti, i grandi centri commerciali che hanno cannibalizzato molte aree delle città metropolitane, le nuove attività di distribuzione come Amazon, le produzioni industriali delocalizzate all’estero con aree e capannoni deserti. Il tutto accelerato da una tecnologia sempre più in grado di azzerare le distanze come le videoconferenze o i sistemi di controllo delle attività produttive e l’industria 4.0.
Gli investimenti non sono una scommessa sulla differenza di prezzo di un titolo a breve termine, ma soprattutto una partecipazione di lungo periodo. Riflettere se detenere questi asset per la rivalutazione del proprio patrimonio con uno sguardo 2-5- 10 -20 anni è la principale riflessione che bisogna fare. Chi è andato presso gli uffici di Google a Milano rimane meravigliato di come un colosso del genere abbia solo un ufficio che gestisce tutta Italia, mentre facebook non sappiamo dove sia. Ritornando all’articolo si legge che è previsto un apporto al fondo di diversi uffici di proprietà della compagnia, non è che in Generali siano consapevoli della situazione e si vogliano alleggerire di tali asset? A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca diceva un famoso politico. Foto del centro direzionale di Napoli